Citazione

Marta

1920: quasi cento anni fa, Marta nacque in una Scandiano lenta e generosa che con le sue braccia accolse una bambina che di lì a poco avrebbe perso il padre in guerra.

Allevata con amore, Marta abbracciò la vita con la calma e la serenità che l’accompagnarono per anni su una lunga e a volte tortuosa strada. All’epoca, distanze che per noi ora sembrano irrisorie erano invece sinonimo di avventura, e il treno che collegava Scandiano a Reggio Emilia era il destriero che conduceva verso un mondo dove tutto era bellissimo: la gita in città, i caffè e le persone ben vestite che passeggiavano su una via Emilia scintillante di vita.

Reggio Emilia divenne anche il luogo in cui Marta accrebbe la sua curiosità e sete di conoscenza, frequentando il collegio delle Ausiliarie, luogo che rafforzò ulteriormente la sua fede cristiana, altra devota compagna di viaggio e sostegno durante i periodi più difficili.

E poi: l’Amore, un incontro che non è dato a me raccontare, e che ha segnato il cuore e gli occhi. E poi: i Figli, avuti da giovanissima durante una guerra che tracciò pesanti croci non solo le carte geografiche ma anche nei ricordi. Lo sfollamento a Montebabbio di Scandiano, il rantolìo assordante di Pippo, le visite dei tedeschi in cerca “degli uomini”.. ricordi questi ancora vivi nella figlia maggiore.

Marta fu per molti, tantissimi abitanti di Scandiano ,“la Maestra Vacchi”, colei che per più di cinquanta anni accolse i bambini presso la scuola elementare– l’unica scuola elementare del paese pedecollinare.
Quattro figli, la scuola, l’attività in parrocchia, come insegnante di catechismo, l’organizzazione del tradizionale Carnevale del paese e l’impegno con l’AVO: le energie Marta parevano essere inesauribili, come inesauribile era la sua fede che fino alla fine dipinse un sorriso sulle sue labbra, anche nel giorno in cui andai a trovarla per fare questa foto.

“Ricordati del Signore, che ti vuole bene e che non ti abbandona. Ricordati di pregarlo sempre e di andare a Messa. Devi farlo, in coscienza”
Ricordo queste sue parole, le uniche che pronunciò con espressione preoccupata guardandomi negli occhi.

Ma dopo, il sorriso.

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