Giberta

Girolama, da tutti conosciuta come Giberta, nacque nel 1925 sulle colline scandianesi, e dai lavori svolti in campagna per aiutare la famiglia, la sua mente arriva veloce alla Guerra, quella guerra che pare abbia lasciato trincee vuote nella sua pelle e fantasmi nei suoi occhi.

“Che brutte giornate che abbiamo passato, ma forse oggi le vedi ancora più brutte, al momento dovevi pensare a sopravvivere ”

Una sera, mentre era nell’atrio del cinema del paese, un amico, Roberto, le disse “Buonasera signorina, che bella sera che è questa sera. Se domani sera fosse una bella sera come questa sera sarebbe una bella sera come questa sera”. Dopo due giorni venne fucilato. “Non me lo dimenticherò mai”

E poi i bombardamenti di Pippo, la fucilazione di massa sul ponte di Fellegara..” I miei amici erano lì per terra.. mi venne detto di andare, di non fermarmi e di non guardare indietro…” , la prigionia degli uomini di famiglia ai Servi a Reggio Emilia “Andavamo a trovali in bicicletta.. mamma mia”

Un tempo era tutta un’altra cosa. Le persone si aiutavano a vicenda, si incontravano nei cortili e parlavano, giocavano, ballavano e cantavano. Finita la guerra, Giberta si sposò e passò dalla vita in campagna a quella di paese, aiutando il marito nella rivendita di latte, un lavoro pesante, molto pesante: “Il manubrio della bicicletta una volta mi si è rotto in due! Prova ad immaginare!!”

Ma non c’era solamente il lavoro: il sabato e la domenica erano i giorni di festa e si andava a Reggio Emilia, sulla via Emilia, dove c’erano i signori a passeggio, i caffè e tutto era bellissimo. “Non come adesso…”

La vita di Giberta seguì l’evoluzione delle abitudini della piccola comunità nella quale viveva: dal rivendere latte passò alla rivendita di bombole di kerosene. Per ricominciare da capo nel 1978, dopo l’avvento del metano, aprendo un negozio di elettrodomestici: “Quanti viaggi premio, quante belle cose viste insieme a mio marito”. Gli anni passarono.. e in seguito venne il noleggio di videocassette, la vendita di televisori e di telefonini

Giberta ancora oggi è in negozio; quello del nipote, però, dove i dvd hanno sostituito le videocassette. Seduta su una poltroncina, con il suo sorriso accogliente e le sue chiacchiere pacate, le mani sul fedele bastone e gli occhi umidi, felice di essere ancora parte di un mondo che va avanti, nonostante tutto.