Citazione

Nedda

Era il 1926, figlia unica, coccolata e cresciuta all’ombra di un frutteto a Sesso, piccola comunità a sei chilometri da Reggio Emilia. Un’infanzia dorata che accompagnò lo sbocciare della sua bellezza e i sussulti provocati dalla sua tempra ribelle.

La madre cercava di contenere la curiosità di questa ragazza esuberante, che amava i complimenti, la buona conversazione. Anche con i soldati tedeschi: “Quando si è giovani si è incoscienti”. Avendo studiato tedesco a scuola, Nedda si ritrovò casualmente a tradurre dal tedesco all’italiano le lettere di un soldato che aveva la fidanzata a Napoli.
“Dopo mi scrisse una cartolina per ringraziarmi, io lo facevo volentieri, mi ricordo questo omone e mia madre nella stanza accanto che mi controllava”

La guerra finì con una festa, e la vita ricominciò a scorrere lieta: l’incontro con il marito, il matrimonio, la nuova casa a Scandiano (RE) e l’attività di maestra supplente. “Io ero una maestra, sono una maestra” sottolinea Nedda, ricordando le sue avventure nella scuola a Telarolo, sulle colline reggiane “Che per me, che sono della bassa reggiana, era già alta montagna. E pensa che andavo da Scandiano a Telarolo in motorino!”.

Nonostante i mille impegni e responsabilità, Nedda non dimenticò mai Reggio, città con la quale mantenne sempre un legame speciale: “Ero conosciuta da tutti i negozianti della via Emilia, mi piacevano gli abiti e i gioielli ma soprattutto mi piaceva chiacchierare.. Reggio era bellissima e mi piaceva portare anche le mie figlie in giro per negozi”

Nedda maestra “ Ma per poco, perché mio marito non voleva”, Nedda moglie, Nedda madre e contabile nell’attività di rivendita di acque minerali del marito. Ma anche cuoca “Venivano gli ispettori e io organizzavo tutto, facevo dei grandi pranzi, allora ero brava a cucinare.. ”

Allunga la mano curata e segnata dal tempo verso un pacchetto di sigarette sul tavolo, e con classe innata ne accende una, e i suoi occhi si perdono nel fumo grigio che l’avvolge come una nuvola..